La versatilità della mozzarella di bufala campana Dop ha acceso l’estro degli chef, della critica gastronomica ma anche degli spacciatori di fake food.
Difficile imitare un prodotto così ricercato e sensibile alle condizioni ambientali figurarsi all’alterazione delle fasi di lavorazione o al tipo di latte. La mozzarella di bufala campana è il terzo formaggio italiano per valore tra le Dop, con un fatturato al consumo da 750 milioni di euro.
Il Consorzio della Dop conta 80 soci trasformatori, mentre sono 1300 circa gli allevamenti che hanno richiesto la certificazione di origine protetta. Nel 2020 ne sono state prodotte circa 50.832 tonnellate, di cui il 34% destinato all’export, soprattutto Francia, Germania e Regno Unito per un comparto che conta oltre 11mila addetti, dei quali uno su tre è under 32 e le donne rappresentano il 33% della filiera.
Proporzionalmente a un settore in forte crescita, con il Covid19 sono aumentate anche le mozzarelle fake. Sembra incredibile a dirsi ma la Mozzarella di Bufala Campana Dop con la pandemia, è risultata tra i prodotti alimentari più contraffatti, come emerge dal report annuale elaborato dal settore Vigilanza del Consorzio di Tutela e che prende in esame le azioni intraprese nel 2020. Centinaia i casi rilevati dall’attività di verifica e il web si conferma il terreno privilegiato per le violazioni.
Non solo internet e social però. “L’attività di vigilanza sul prodotto da parte degli ispettori del Consorzio in totale ha portato a ben 2361 azioni di tutela, nonostante le difficoltà e il lockdown da pandemia – racconta Domenico Raimondo, Presidente Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana DOP – La grande maggioranza delle violazioni si realizzano in siti e-commerce o marketplace. L’83% delle frodi avviene in tale contesto, dove spesso l’utente incriminato si avvale anche dell’utilizzo di social network, attraverso i quali promuove proprio la sua attività di vendita telematica.
Le violazioni perpetrate tramite social rappresentano infatti il 31% del totale. Il fenomeno è mondiale, nei nostri monitoraggi abbiamo trovate mozzarelle australiane, cinesi, ma anche europee che presentano riferimenti ingannevoli al vero prodotto. L’attenzione del ministero delle Politiche agricole è altissima, in particolare dell’istituto centrale qualità e repressione frodi. Inoltre, con gli altri Consorzi di Tutela abbiamo creato una rete comune per il monitoraggio internazionale di questi fenomeni, che creano danni economici da milioni di euro. Il nostro impegno è mettere i consumatori in condizione di scegliere correttamente”.