Ricette e curiosità

Pesce e Mozzarella: Abbinamento possibile?

Pesce e Mozzarella: Abbinamento possibile?

set 26 2022
Parlare di mozzarella con il pesce per molti è un sacrilegio ma la tendenza degli chef è quella di unire questi cibi apparentemente distanti giocando con la logica del finger food.
Come riconoscere una mozzarella fresca?

Come riconoscere una mozzarella fresca?

set 07 2022
Chi vive nella zona di produzione della Mozzarella, riconoscere questo formaggio fra possibili tentativi di sofisticazione immessi sul mercato per carpire l’interesse del consumatore ignaro delle truffe.Come capire allora se una mozzarella è fresca e che caratteristiche deve avere all’acquisto per non farsi ingannare?La vera Mozzarella ha un colore bianco perlaceo e la superficie liscia che con la consistenza inizialmente elastica e più fondente, sono caratteristiche essenziali del per distinguerla. Attraverso l’etichetta inoltre è necessario che dalla dicitura risulti prodotta esclusivamente con latte di bufala intero fresco.Al taglio si manifesterà la fuoriuscita di siero biancastro e dal tipico profumo di fermenti lattici. Tutte queste condizioni che rendono la Mozzarella un formaggio unico e insuperabile, sono possibili solo se presenti precise circostanze ambientali e grazie ai metodi di lavorazione tradizionali. Quanto tempo dura la sua freschezza? La facile deperibilità della Mozzarella è il sintomo della sua delicatezza. Una condizione che la rende pregiata quanto difficile da trasportare sulle lunghe distanze. Anche la sua conservazione richiede molteplici accortezze. Ecco perché, per mangiare un prodotto di qualità, è necessario controllare la data di produzione e preferire una mozzarella proveniente dall’area di produzione campana quale territorio di riferimento. A tal proposito è bene sapere che dopo 2 giorni dalla datadi confezionamento una Mozzarella è già considerata vecchia, anche se non tecnicamente scaduta perchè può essere ancora utilizzata per cucinare ma va rimossa dal suo liquido di conservazione e riposta in frigo. Come conservare la mozzarella Diciamo a questo punto una cosa fondamentale: la Mozzarella si conserva esclusivamente nel suo liquido, ben coperta dal siero, fuori dal frigo, senza coperchio e a temperatura ambiente per massimo due giorni. Alcuni trucchi per non farsi infinocchiare Per camuffare una Mozzarella non proprio freschissima, i ristoranti hanno inventato degli escamotage infallibili per i meno esperti: c’è chi la condisce con olio, sale e pepe, chi incautamente la serve a tavola nonostante il suo aspetto “raggrinzito” manifestazione di come il sale abbia corroso la pasta rendendolo visibile fin dalla pellicina. Tutte informazioni scontate per chi vive nell’area di produzione che mai si sognerebbe di presentarla così.Al gusto la sua consistenza deve essere quasi elastica ma non gommosa. Rilevare al palato una certa acidità non è buon segno ma indica che il processo di deperimento è già iniziato.Al taglio una Mozzarella fresca deve rilasciare la giusta quantità di latte. E qualora ciò non avvenga, evidentemente qualcosa non ha funzionato nel procedimento di coagulo o per giunta all’interno sono presenti troppi conservanti fino alla possibilità che si tratti di un prodotto industriale.Chiaramente anche il prezzo, se troppo basso, può essere un indicatore di qualità.
Tre ricette semplici estive a base di Mozzarella

Tre ricette semplici estive a base di Mozzarella

lug 22 2022
La Mozzarella di Bufala Campana è una vera e propria istituzione della tavola estiva. Tra le specialità della Campania più amateè un piatto unico perfetto, versatile e completo dal punto di vista nutrizionale, tradizionalmente abbinato con gli ortaggi di stagione, primo fra tutti il pomodoro fresco per un antipasto a prova di chef.Con il caldo si sa la ricetta migliore deve essere veloce: no alle lunghe cotture e ai piatti complessi e poco digeribili perché con le alte temperature l’organismo già provato rischia di gestire la digestione con troppa fatica.Meglio piatti leggeri, poco lavorati e in grado di reintegrare energie senza appesantire, magari colorati per assecondare la voglia di allegria e spensieratezza. La formula è quella del pasto light, sia a pranzo che a cena, ma sfizioso e saporito.E allora ecco le tre ricette fredde che ti consigliamo come alternativa al solito primo o ad un noioso secondo. Insalata di pasta mediterranea con Mozzarella Tra le ricette estive con la mozzarella, la più completa è certamente l’insalata di pasta mediterranea. Un piatto freddo, facile da preparare, comodo anche per assecondare le esigenze di viaggio, da portare al mare o per la tavola dei tuoi pic nic. Tempo di preparazione: 10 minuti  Difficoltà: facile Porzioni: 4 INGREDIENTI Pasta 30 gr Pomodorini 250 g Mozzarella di bufala 200 g Basilico fresco 25 foglie Olive verdi denocciolate 40 g Tonno sott’olio 200 g Olio extravergine di oliva, sale e pepe q.b. Come preparare l’insalata di pasta Mediterranea Mettere a bollire l’acqua per la pasta, in un formato a scelta e intanto lavare i pomodorini.  Dopo aver messo da parte tutti gli ingredienti e averli ridotti in pezzi piccoli, unirli in una coppa e condirli per consentire agli ingredienti di insaporirsi. Unite alla fine solo la mozzarella che intanto, ridotta a cubetti, rilascerà il proprio latte. Appena pronta, scolate la pasta e passatela velocemente sotto l’acqua fredda per stemperarla. Poi aggiungete tutti gli ingredienti all’interno di una coppa più grande. Rigirate e conservate in frigo una mezz’ora ma se avete fretta potrete portare in tavola anche subito per servire. Come conservare l’insalata di pasta mediterranea e per quanto tempo Se riposta in un contenitore ermetico, questo piatto può essere conservato in frigo anche un paio di giorni. Mozzarelle ripiene Un antipasto coreografico per una tavola d’effetto? Le mozzarelle ripiene: una ricetta semplicissima da preparare e ideale per i pranzi estivi, da servire sia come contorno che come piatto unico accompagnate da crostoni. Belle e buonissime, possono essere farcite in modi diversi per raccontare la cucina mediterranea. Protagonista della tavola della Campania, per preparare questo piatto è bene scegliere i bocconcini di mozzarella di bufala. In alternativa può essere utilizzata la pezzatura da mezzo chilo, ugualmente scenografica ma più difficile da dividere senza intaccare l’effetto visivo. Tempo di preparazione: 10 minuti  Difficoltà: facile Porzioni: 6 INGREDIENTI Mozzarelle 6 Pomodori Datterini 120g  Sale q.b. Olio d’oliva q.b. Capperi q.b. Origano Come preparare le Mozzarelle ripiene Per preparare questo piatto è sufficiente tagliare la mozzarella a metà e scavarla all’interno avendo cura di rimuovere il liquido e la polpa in eccesso. Ridurre a pezzettini i pomodori e condirli con olio, sale, capperi e origano.  In alternativa si può ipotizzare di farcire i bocconcini con broccoli e acciughe o con fettine di melanzane passate al forno, condite con sugo e parmigiano. Disposte a fiore in un piatto o servite su un vassoio in lunghezza a gusti alternati. Come conservare le Mozzarelle ripiene Trattandosi di un prodotto fresco, senza conservanti, a base di latte, è necessario conservarlo in frigo, coperto con pellicola al massimo per un giorno. Spiedini di Mozzarella e ortaggi di stagione L’Italia è un trionfo di biodiversità che in ogni stagione si traduce in una varietà di ortaggi da preparare in tanti modi diversi. Un’idea divertente anche per i bambini, è alternare melanzane, zucchine e peperoni alle mozzarelline di bufala nella loro pezzatura più piccola, le cosiddette ciliegine. Vediamo come fare. Tempo di preparazione: 10 minuti  Difficoltà: facile Porzioni: 6 INGREDIENTI Mozzarella ciliegine 250 gr Pomodorini 100 gr Melanzane 100 gr Zucchine 100 gr Peperoni 100 gr Agli grandi 2 Pan grattato 100 gr Parmigiano Grattugiato 100 gr Foglie di basilico q.b. Origano q.b. Come preparare gli spiedini di Mozzarella Tagliate in lunghezza le melanzane e le zucchine lasciandole della giusta dimensione per arrotolarle su se stesse e lasciandole dello spessore di circa un centimetro.  I peperoni vanno ripuliti del torsolo e dei semi e affettati a striscioline.  Disponeteli in una teglia su un fondo d’olio extravergine di oliva e girateli nel pan grattato.  Conditeli con aglio tritato e origano e spolverate con Parmigiano grattugiato.  Salate e infornate per mezz’ora finchè non noterete il colore tipico della gratinatura. Una volta completata la cottura, assemblate gli spiedini alternando tra loro le verdure arrotolate, alternandole alle mozzarelle e alle foglie di basilico. Servite a temperatura ambiente.
Ecco come scegliere il latte giusto

Ecco come scegliere il latte giusto

mag 30 2022
La via del latte: ecco come scegliere Legato con il cordone ombelicale alla storia dell’umanità, il latte è da sempre presente nell’alimentazione dell’uomo.A seconda delle specifiche tradizioni locali, nonostante l’ampia diffusione del latte vaccino, è ancora presente un largo consumo di latte di capra, quello di pecora principalmente finalizzati alla produzione di formaggi.Ma a detenere un suo mercato di pregio è il latte di bufala grazie alla lavorazione della Mozzarella.Parlare di questi tre tipi di latte significa in realtà raccontare anche la storia di tre animali diversi e spesso semplicisticamente si ritiene di poter dimenticare questo aspetto come se il latte fosse un nutriente che non presenta differenze. Il latte e tutti i prodotti lattiero-caseari hanno una funzione nutrizionale fondamentale nell’alimentazione.Grazie al loro apporto di proteine, grassi, carboidrati, vitamine e altri microelementi vengono attivati i principali processi del metabolismo e dello sviluppo del bambino. Ma vediamo cosa scopriamo analizzandoli nello specifico.Il latte vaccino o bovino è prodotto dalla mucca, Bos taurus, e contiene l’87% di acqua.È un fluido bianco di scarsa densità, con una presenza di grassi pari a un terzo di quelli contenuti nel latte di bufala.È un latte mediamente leggero tanto da essere ben tollerato anche in età adulta dalla stragrande maggioranza della popolazione salvo personali difficoltà ad assorbire il lattosio o allergie.Il contenuto in lipidi può variare, e in base alla sua percentuale abbiamo il latte intero tra il 2% e il 4% di grassi.Viene utilizzato per la caseificazione, nella fermentazione per la produzione di yogurt e persino dall’industria cosmetica per la produzione di prodotti di bellezza.Ha un basso contenuto energetico determinato soprattutto dal livello di scrematura. Il latte di Bufala è prodotto appunto dalla bufala, Bubalus bubalis e contiene l’81% di acqua.L’alto contenuto di grassi, circa il triplo rispetto al latte di mucca, rende questo latte più denso, anche alla vista e più utile alla preparazione di formaggi.Trattandosi di un prodotto non particolarmente diffuso se non in una specifica area di produzione che coincide con specifiche condizioni climatiche e ambientali, anche il suo costo è più alto.Certo è possibile bere il latte di bufala anche crudo ma l’antica tradizione campana, tramandata oralmente nelle famiglie dei casari delle province di Salerno e Caserta, insegna che prima del consumo, il latte veniva lasciato riposare per qualche ora per agevolare il deposito dei grassi che si condensavano intorno alle pareti delle bottiglie, agevolando una sorta di scrematura naturale dei grassi in eccesso.Inoltre non era preferito come latte di svezzamento a vantaggio del latte di asina, più leggero anche di quello di mucca.Di recente anche il latte di bufala viene impiegato per la produzione di yogurt e prodotti cosmetici creati da alcuni caseifici del salernitano che hanno lanciato delle linee di creme viso e corpo. Diversi anche gli apporti calorici: mentre il latte di bufala contiene circa 100 calorie (Kcal) per 100 gr, quello di latte di mucca si aggira intorno alle 63 kcal per 100 g. A tavola si sà poi si superano tutte le differenze. In cucina contro una superata tradizione per la quale sulla pizza ci va solo il fiordilatte, in Campania la Mozzarella di Bufala è considerato un ingrediente nobile che aumenta il valore del prodotto finale oltre a caratterizzarsi nel suo legame con il territorio. Oltre ad essere un alimento dissetante nella storia della gastronomia regionale italiana è presente in tante ricette per la preparazione di torte, dolci o salate, dalle creme alla besciamella, dai gelati ai budini. Molte sono anche i piatti di carne e pesce che prevedono l’utilizzo del latte: dal pollo al latte, al baccalà mantecato, ai purè e gateau di patate, fino agli impasti per le pizze rustiche. Nell’Italia del Dopoguerra era d’uso con il latte preparare anche i primi: i tagliolini al latte ad esempio, con zucchero e cannella sono un piatto indimenticabile, giunto anche alle nuove generazioni, amato soprattutto dai più piccoli.
Quale vino abbinare alla Mozzarella di Bufala Campana?

Quale vino abbinare alla Mozzarella di Bufala Campana?

mag 09 2022
La mozzarella è uno dei latticini più consumati in Italia ma anche quello con il più difficile abbinamento al giusto vino. In questa rubrica troverai dei suggerimenti per offrire ai tuoi ospiti una deliziosa cena a base di mozzarella, accompagnata anche da un ottimo vino a seconda di come desidererete servirla: al naturale, cotta o addirittura fritta. Se avete scelto di servire la mozzarella al naturale, la scelta migliore sarebbe quella di portare in tavola un vino rosato o un vino rosso non tannico, dotato di un’elevata acidità e di un buon tono alcolico. Questo perché la delicatezza della mozzarella e la nota acidula del latte di bufala campana risulterebbero completamente sovrastate dall’intensità di un vino asprigno o pungente. Appurato che il vino rosso si sposa perfettamente con la mozzarella di bufala, a questo punto la domanda che sorge spontanea è: quale vino rosso scegliere? Campania chiama Campania e un buon vino da abbinare è il Piedirosso.Per un abbinamento più originale, ma non troppo insolito, ci dobbiamo però spostare al nord: la fresca nota dolce della mozzarella viene esaltata dalle note delicate e lievemente mandorlate del Dolcetto ovadese classico o Superiore. In generale, consigliatissimi sono tutti i vini rossi dal sapore asciutto, come anche anche la Barbera di Monferrato e il Carasuolo d’Abruzzo.Anche quando la mozzarella viene accompagnata da altri ingredienti è preferibile la scelta del vino rosso. Un’ottima caprese con mozzarella di bufala, pomodori e olio extravergine d’oliva possiede una nota di acidità in più che si può accompagnare con un Nero d’Avola o un Frappato.Se invece siete tentati dal vino bianco allora è importante tenere a mente che va scelto solo se la mozzarella di bufala non viene servita da sola. In questo caso, la scelta migliore ricadrebbe sul Greco di Tufo e il vivace Riesling dell’Alto Adige.Con la mozzarella cotta o fritta, potrebbe essere più indicato un vino che riesca a ripulire il palato dai grassi dell’ultimo boccone, strutturato ma non aggressivo, con personalità ma non particolarmente acido.
Come si produce la ricotta

Come si produce la ricotta

apr 26 2022
In Campania dire ricotta significa sottintendere tantissime informazioni sul gusto e sulla densità di un latticino amatissimo.Se un tempo infatti era molto diffusa nella sua versione più compatta, oggi sono sempre di più le persone che amano la ricotta con la consistenza di una mousse, rendendo questo formaggio un prodotto straordinario molto vicino a un composto pannoso, tanto da trovare applicazione frequente nelle produzioni di pasticceria.Dolce povero del passato, dopo la guerra mondiale veniva servito con una spolverata di zucchero e di cacao amaro, per poi essere lavorato in altre forme grazie a ricette più ricercate che hanno consentito di creare preparati più sofisticati.Nella tradizione locale campana è da sempre usata come ripieno per la pasta: cannelloni, ravioli, conchiglioni e pizze rustiche. Tutte le fasi di produzione Il suo nome ha già in sé la caratteristica di questo latticino: La ricotta infatti è appunto ri-cotta, ottenuta cioè riutilizzando il siero del latte, rimasto dalla precedente lavorazione del formaggio. Non si ottiene quindi dalla cagliata e per questo non può essere definita un formaggio ma un latticinoIl siero dovrà raggiungere una temperatura tra i 75 e i 95 gradi per generare quella reazione per la quale le proteine del latte si addenseranno in grumi bianchi che, grazie ad una schiumarola, potranno essere prelevati e versati negli appositi cestelli per il filtraggio del siero in eccesso.Qui prenderanno la classica forma che caratterizza la ricotta. Il siero avanzato, chiamato “scotta”.In Campania poi esiste anche un’ulteriore fase che dà vita ad un prodotto ancora diverso: la ricotta dura o salata e infornata, tradizionalmente grattugiata sulla pasta con il sugo di pomodoro. Una storia antica fa della ricotta il vero latticino di casa Quando la ricotta veniva prodotta direttamente dai pastori, il processo di lavorazione avveniva riscaldando il siero e attendendo che i fiocchi di ricotta affiorassero in superficie. Addirittura si usava smezzare l’acqua di fontana o sorgiva con quella marine. Oggi si utilizzano invece sali e soluzioni acide (di acido citrico, lattico, sale amaro o inglese) per favorire il processo di addensamento. Solo nei piccoli caseifici, spesso a conduzione familiare che sono ancora tantissimi, vengono ancora rispettate le pratiche antiche dell’artigianalità. D’altra parte era d’uso comune produrre la ricotta anche in casa, ogni giorno con il latte fresco avanzato e inacidito: il liquido in eccesso che rimaneva dopo la bollitura del latte veniva lasciato inacidire durante la notte e impiegato in piccola parte il giorno dopo per produrre la nuova ricotta. Qual è la differenza fra una ricotta con latte di bufala, di pecora o di mucca? Da sempre la ricotta viene prodotta con tutti i tipi di latte.Viene spontaneo chiedersi quale sia la differenza tra un prodotto e l’altro.Nel latte di bufala sono certamente presenti le più alte quantità di grassi rispetto a quello di pecora, che a sua volta ne contiene in quantità maggiori rispetto al latte vaccino.Cambiano di conseguenza anche le proprietà nutrizionali e il valore energetico, ad esempio: Per 100 g di ricotta di bufala apporteremo circa 212 calorie corrispondenti al 73% di lipidi, al 20% di proteine e al 7% di carboidrati. Per 100 g di ricotta di pecora, introdurremo circa 157 kcal con 9,87%di carboidrati; il 65,92% di grassi; e il 24,20% di proteine. Per 100 g di ricotta di vacca si avranno 146 calorie, il 67% di apporto di lipidi, il 24% di proteine e il 9% di carboidrati.  
Come si produce la Mozzarella di Bufala Campana

Come si produce la Mozzarella di Bufala Campana

mar 25 2022
Ogni mattina in Campania alle 5 nei caseifici c’è già un gran fermento e si respira quel buon profumo caratteristico dato dai fermenti lattici. La Mozzarella di Bufala è un prodotto unico la cui eccezionalità è legata a fattori specifici che la rendono una specialità esclusiva di alcuni luoghi della Campania.Il latte, le pratiche artigianali di lavorazione, il clima e il tipo di allevamento non intensivo, sono gli elementi fondamentali che hanno dato vita ad un prodotto davvero inimitabile, nonostante i tentativi di riproduzione in altre parti del mondo.Il suo nome origina proprio dalla pratica della mozzatura. Come si fa la mozzarella di bufala Il latte di bufala proveniente esclusivamente dai pascoli della Regione Campania, è un alimento dalle proprietà singolari.La sua struttura è composta da una quantità di proteine, grassi e calcio che consente nella trasformazione di ottenere il doppio della resa rispetto al latte vaccino o di altri animali.Ai fini della lavorazione è necessario che i tempi di conferimento, dalla mungitura alla trasformazione, siano brevissimi, per evitare l’alterazione delle sue qualità. Una volta giunto nei caseifici con certificato di provenienza e qualità, il latte viene portato ad una temperatura tra i 33 e 39°C, viene trasferito in grandi vasche di acciaio, dove viene pulito dalle impurità attraverso l’operazione di filtraggio. Sarà poi fatto coagulare grazie all’aggiunta di siero, recuperato dalla lavorazione del giorno precedente che funge da attivatore del processo di coagulazione, grazie all’impiego di caglio naturale di vitello che aiuta il latte a consolidarsi. Segue la lavorazione della cagliata, con il cosiddetto “spino”, uno strumento per la rottura dei grumi da cui ha origine la fase di separazione tra la componente solida e liquida del latte (sineresi).La parte liquida è il “siero dolce”, mentre quella solida è detta cagliata e dovrà rimanere ad acidificare sotto siero fino a quando il casaro lo riterrà necessario. Intanto rimarrà adagiata su degli appositi tavoli per spurgare il siero residuo.Quando sarà abbastanza asciutta, verrà ridotta in listarelle e deposta nei “mastelli”, dei tipici contenitori di legno in cui viene versata dell’acqua bollente mentre il casaro ha il compito di amalgamarla continuamente per testare la tensione della pasta rispetto al momento successivo di filatura. Con il “saggio o prova” della pasta filata viene poi definitivamente stabilita la maturazione della cagliata, la sua elasticità, morbidezza e densità. Non resta che procedere alla salatura che avviene nella vasche di raffreddamento con l’acqua di governo del giorno precedente. La lavorazione si chiude con il taglio in pezzi della mozzarella.A seconda delle dimensioni e della forma data alla pasta filata, la mozzarella prende vari nomi e peso: quelle con forma tondeggiante si distinguono in ciliegine, bocconcini, perlina, ovolina,  che variano tra loro per circa 10 grammi ognuna fino all’Aversana di circa 800 grammi; quelle con forma a Treccia possono raggiungere anche i 3 chili o nelle dimensioni più piccole presentarsi come dei nodini.Inoltre tutte le tipologie possono anche essere proposte in versione affumicata con metodi naturali attraverso l’uso di paglia di grano.  Dove viene prodotta  In Campania, le zone più importanti per la produzione della Mozzarella sono: La provincia di Salerno con i comuni di: Albanella, Altavilla Silentina, Battipaglia, Bellizzi, Campagna, Capaccio-Paestum, Eboli, Fisciano, Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Pontecagnano Faiano, Roccapiemonte, Sarno e Serre. La provincia di Caserta con i comuni di: Mondragone, Aversa, Calvi Risorta, Cancello ed Arnone, Carinola, Casal di Principe, Gricignano d’Aversa, Castel Volturno, Cellole, Lusciano, Falciano del Massico, Francolise, Grazzanise, Pastorano, Pignataro Maggiore, Santa Maria la Fossa, San Cipriano d’Aversa, Sessa Aurunca, Sparanise, Teverola, Villa Literno e Casapesenna; Per quanto riguarda la Dop, rientrano nelle aree indicate dal disciplinare di produzione: tutti i comuni della provincia di Salerno e Caserta; i comuni di Amorosi, Dugenta e Limatola in provincia di Benevento: i comuni di Arzano, Cardito, Frattamaggiore, Frattaminore, Mugnano di Napoli, Pozzuoli e Qualiano nella città metropolitana di Napoli.
Mozzarella di bufala immersa nel siero di conservazione, pronta per essere gustata o utilizzata in ricette tradizionali.

Come conservare la mozzarella di bufala campana

mar 18 2022
La mozzarella di bufala campana è un prodotto tanto buono, quanto delicato: è quindi fondamentale che sia conservato nella maniera giusta.Sia il formaggio fresco che quello commercializzato vengono venduti con il proprio siero di conservazione, che serve a mantenere la mozzarella morbida e ben idratata, all’interno di sacchetti alimentari.Per proteggerla ulteriormente, soprattutto se la esponiamo a lunghi tragitti, possiamo acquistare dei contenitori in polistirolo e chiuderli ermeticamente, inserendo la mozzarella senza estrarla dalla confezione in cui è stata venduta.Ecco qualche dritta per poterla gustare al meglio, perché non perda le sue proprietà organolettiche. Come conservare la Mozzarella Siete davvero sicuri di sapere come va conservata la mozzarella di bufala?Per mantenere immutate le proprietà della mozzarella di bufala è necessario avere alcuni accorgimenti sulla conservazione: Quando fa freddo, immergete la mozzarella in un recipiente di acqua calda per 15 minuti, oppure appoggiate il contenitore di polistirolo sul termosifone: a temperature alte il prodotto si conserva meglio! Dopo averla tagliata, non rimettetela nel liquido di governo, ma consumatela tutta. Per assaporarne tutta la fragranza, si consiglia di conservare la mozzarella a temperatura ambiente fino a 4-5 giorni. Non esponete mai la mozzarella al sole diretto e non conservatela mai in frigorifero, né in congelatore, a meno che non vogliate usarla solo per cucinare. Entro quanto tempo va consumata la mozzarella fresca? Per vivere appieno questa straordinaria esperienza di gusto devi considerare che:Più grande è la sua pezzatura, più il latticino si conserva bene. L’aversana, ad esempio, il giorno dopo è ancora più buona.Se non riuscite a consumarla entro 4 giorni, usatela soltanto per cucinare, avendo cura di farla prima sgocciolare.Le mozzarelle preparate artigianalmente sono più delicate, perché lavorate con latte crudo e pastorizzate a temperature più basse, mentre quelle non artigianali sono pastorizzate ad alte temperature e tutta la carica batterica viene bruciata. Per questo le prime vanno consumate entro 3-4 giorni. E nel caso in cui avanzasse della mozzarella, come possiamo utilizzarla? Con la Mozzarella che non è stata mangiata subito, puoi preparare tante ricette, come la tradizionale “mozzarella in carrozza”, farne crocchette, unirla al gateau di patate o utilizzarla sulla pizza, alla piastra con foglie di limone, in padella con uova, sugo e basilico.
Come riconoscere un buon olio di oliva?

Come riconoscere un buon olio di oliva?

mar 18 2022
Oro come la luce dei paesi del Mediterraneo: l’olio extravergine di oliva non è solo uno degli elementi fondamentali della cucina italiana ma un vero e proprio farmaco naturale riconosciuto nei secoli da intere civiltà. Nella Grecia dell’età classica gli atleti si cospargevano il corpo per sottrarsi alla stretta dell’avversario ma di base era utilizzato nella gestualità ordinaria per essere più piacenti.Mescolato con erbe aromatiche ne tratteneva il profumo e le essenze benefiche, rilasciando sostanze benefiche come quelle derivanti dall’azione dei polifenoli che consentivano agli sportivi di avere maggiore resistenza. La presenza dell’olivo in Italia viene fatta risalire a circa venti milioni di anni fa, una data che è stata possibile stabilire grazie ai resti fossilizzati di un albero trovati vicino Livorno. Probabilmente l’umanità ha invece conosciuto l’olivo molto prima e altrove. Se ne trova traccia nell’isola di Creta dal 5000 a.c. al 1400 a.c. e successivamente in Siria, Palestina e Israele.Lo storico Plinio sosteneva che l’Italia aveva “il migliore olio di oliva del mediterraneo” già nel I sec. a.c..Grazie alla rete di scambi e traffici tra i Paesi del Mediterraneo anche le conoscenze rispetto alla lavorazione dei frutti cominciarono a diffondersi e ad espandersi in Turchia del sud, Cipro ed Egitto. Fino al 1500 a.c. in Grecia, in particolare a Micene, c’era l’area più largamente coltivata.Con l’espansione delle colonie greche, la coltura dell’olivo ha raggiunto l’Italia del sud e l’Africa del nord nell’ VIII sec. a.c., quindi si è diffusa nella Francia meridionale. Durante l’impero romano venivano piantati alberi di ulivo nell’intero bacino mediterraneo. Per quanto oggi possa apparire strano, durante l’età classica l’applicazione dell’olio di oliva rispondeva anche alle domande e ai bisogni della medicina: ad esempio era un rimedio contro le malattie del bestiame, un elemento nella cura dei casi di avvelenamento e contro i disturbi del tratto digerente, delle infezioni, contro prurito e punture di piante o insetti, un lenitivo nei casi di ustioni. L’olio trovava applicazione anche nella vita delle città dove alimentava l’illuminazione delle case, dei luoghi pubblici e dei templi e come prodotto di bellezza per ammorbidire la pelle. Oggi Italia e Spagna si contendono il titolo di maggiori produttori di olio d’oliva, seguiti dalla Grecia. In Italia si contano circa circa 30 varietà di olive che diventano extravergini dalle caratteristiche uniche individuate dalle certificazioni di qualità Quali sono le caratteristiche di un olio eccellente  Per evitare le contraffazioni bisogna essere in grado di valutare tre aspetti fondamentali nell’analisi dell’olio: il colore, il gusto, il sapore. Se non si è esperti assaggiatori con un palato educato ecco in poche semplici mosse come riconoscere un olio extravergine di oliva: L’analisi visiva considera il colore dell’olio. Se ha un colore verde scuro proviene da olive non mature: è un olio dalle straordinarie proprietà nutritive Se ha un colore giallo oro brillante proviene da olive mature Se ha un colore giallo chiaro, quasi trasparente, è un olio di scarsa qualità. Un altro indicatore è la densità. Se ha poca consistenza e corposità potrebbe essere olio vecchio o alterato. L’analisi del gusto Al palato un buon olio deve essere lievemente amaro e piccante A seconda del grado di maturazione delle olive, della selezione del blend e delle cultivar, presenta sentori di variabili:fruttatodolcerotondoarmonico   Analisi olfattiva Chiunque portando al naso un assaggio di olio può percepire il suo profumo. Se si tratta di un buon extravergine sentiremo quell’odore caratteristico dato dalla freschezza delle olive con note di erba fresca. Quel leggero pizzicore che alle volte si avverte durante l’assaggio dell’olio, indica una bassa acidità e una recente lavorazione delle olive. Un cattivo odore è il primo segnale di un pessimo olio. Come riconoscere un olio scadente? Sai che occorrono almeno 7 kg di olive per produrre un litro di olio?L’elevato consumo di olio extravergine di oliva e i costi di produzione fanno sì che sia il prodotto più contraffatto del mercato alimentare. Affinché sia sano, deve derivare da una corretta spremitura del frutto, non deve essere estratto con procedimenti chimici o industriali né miscelato con altri oli.
Storia dell’insalata Caprese: le origini della ricetta

Storia dell’insalata Caprese: le origini della ricetta

feb 16 2022
Se c’è un piatto che al pari di pizza e spaghetti rappresenta l’Italia ebbene è sicuramente la Caprese.Il Tricolore più famoso della gastronomia è anche uno dei piatti più amati sulle tavole della Campania dove è presente almeno due volte a settimana.Alcuni lo considerano un secondo, altri un’insalata.Il matrimonio tra il pomodoro, la Mozzarella di Bufala e il basilico, racconta una lunga storia d’amore nata probabilmente sull’isola di Capri, ma la storia si confonde con la leggenda: si racconta sia stato un muratore, di fronte al desiderio di mangiare un panino, ad avere l’intuizione di abbinare i tre ingredienti.La varietà prediletta di pomodoro è il Sorrentino che asseconda con le sue rotondità la forma del latticino.La tradizione orale si perde anche in un’altra versione sulle origini della Caprese che si fa risalire alla creatività del Grand Hotel Quisisana che in periodo Futurista tentò di stupire con un piatto nuovo Filippo Tommaso Marinetti. La vera ricetta della caprese Gli chef più abili si sono spinti anche ad osare accostamenti di pesce oltre che con le paste ma la vera ricetta della Caprese, nella sua descrizione originaria, ha solo tre ingredienti. Tre protagonisti di eccezione che nella loro semplicità hanno portato, con questo piatto, la ristorazione costiera a livelli internazionali di eccezione.Se la Mozzarella di Bufala la fa da regina, c’è da tener presente che andrebbe accompagnata con il pomodoro insalataro locale: il Cuore di Bue, croccante fuori ma dalla polpa carnosa, succosa e saporita, è caratterizzato dalla presenza di pochissimi semi. In alternativa il pomodoro di Sorrento con la sua pezzatura importante, tondo e costoluto, si sposa perfettamente con la mozzarella grazie alla polpa molto compatta e al sapore dolce e delicato. Sei a Dieta? Non sottovalutare tutti i benefici della Caprese! L’esigenza di tenerti a dieta non esclude dal tuo menù questo piatto fresco e veloce. È vero che con 100 grammi di Mozzarella di Bufala si introducono circa 270 calorie, ma nelle stesse quantità il pomodorino ne ha solo 18 e contribuisce ad arricchire le scorte di calcio, ferro, selenio e vitamina C.Il basilico invece è digestivo, antinfiammatorio e antibatterico mentre l’olio extravergine d’oliva grazie alla vitamina e e ai polifenoli agisce attivando i suoi antiossidanti naturali contro l’aggressione dei radicali liberi che sono la principale causa dell’invecchiamento cellulare.È un pasto perfetto dopo un allenamento per reintegrare i sali minerali, accompagnata anche da un po’ di pane. Tutto ciò che devi sapere sulla Caprese per garantirti un’esplosione di sapori. L’impiattamento classico impone di servire la Mozzarella e i pomodori in fette disposte a scalini, eppure può essere un’idea anche farne uno spiedino mediterraneo da mangiare come finger food, riducendo tutti gli ingredienti in piccole porzioni gustose. Il taglio non deve essere né troppo sottile né troppo spesso, per evitare di incorrere in due effetti contrapposti e cioè: o di non riuscire ad apprezzarne il sapore e la composizione o di risultare troppo ingombrante e faticosa da gestire. Per cambiare puoi aggiungere o sostituire al basilico una spolverata di origano. La mozzarella inutile dirlo, deve essere fresca, di giornata. La Caprese va preparata al momento e servita a temperatura ambiente. Il basilico deve essere quello napoletano a foglia larga. Meglio scegliere un olio extravergine di oliva poco acido per non alterare l’equilibrio dei sapori. Mai condire con aceto. Mai conservare in frigo. Mai riscaldare. Tre errori da non commettere Molti pensano di poter sostituire la Mozzarella di Bufala con il fior di latte, ma l’effetto per il palato è completamente diverso. Sconsigliato. Eseguire tutti i passaggi di preparazione utilizzando un piatto unico non è il caso. La mozzarella se fresca, rilascia il latte in eccesso appena affettata, sprigionando tutte le note di sapore caratteristiche. Il pomodoro a sua volta può perdere acqua, ragion per cui andrebbero affettati in piatti diversi e poi uniti. Pepe nero si o no? OK ma solo se grosso e tritato in maniera grossolana.
sognare-mozzarella-di-bufala

Sognare la Mozzarella: Significato e Curiosità

feb 14 2022
Come tutti i principali argomenti che in Campania scuotono in qualche modo la sensibilità della gente, anche la mozzarella trova un posto nella smorfia napoletana. Il nome che deriva dal Dio Morfeo, re dei sogni, serve per l’interpretazione delle visioni oniriche finalizzate al gioco del lotto: ad ogni numero è associato un significato riconducibile ad un’immagine o a un evento.Con la pubblicazione della raccolta rinnovata nell’edizione della “Nuova smorfia dell’Unità d’Italia, su iniziativa di Lottomatica che ha voluto così celebrare i 150 anni della tradizione, anche la Mozzarella di Bufala entra nel grande libro dei numeri con il 24. Ma cosa significa sognare la mozzarella? Sul web impazzano le interpretazioni con rispettive associazioni ad ulteriori numeri: promesse d’affari se la mangi, novità o desideri di intraprendere progetti se il ricordo è limitato ad osservarla senza consumarla. In questo ciclone finiscono per dare i numeri anche i siti di sistemistica per scommesse che trovano aderenza nel fitto pubblico dei giocatori online e dei superstiziosi, nel disperato tentativo di trasformare un segnale in una vincita o solo di dargli un significato. Dopo averla tanto sognata ora ti chiedi come gustare la mozzarella di bufala? La Mozzarella è buonissima se consumata da sola, assaporando il sapore del suo latte straordinario o condita con un filo di olio extravergine di oliva e una spolverata di pepe nero.Tra i piatti tradizionali diffusi in Campania, la Caprese è tra i più noti e consiste in un matrimonio d’eccezione tra i due ingredienti più famosi di questa regione: la Mozzarella e il pomodoro, preferibilmente della tipica varietà sorrentina. Ma bisogna dire che nell’uso comune la mozzarella è anche impiegata per condire pizze, paste e insalate e non ha mai avuto bisogno di chef stellati per tenere alta l’attenzione dei suoi fan. L’importante è che sia fresca! Una vera Mozzarella di Bufala è davvero un prodotto da sogno. I caseifici lo sanno bene e fanno l’impossibile per farla arrivare il più fresca possibile ovunque sfidando il fuso orario e le distanze. Per accontentare le richieste la mozzarella compie un viaggio incredibile se pensiamo al tragitto che ogni giorno compie il latte dagli allevamenti, ai siti di trasformazione per giungere nelle maggiori capitali europee e persino a New York, dopo aver percorso chilometri tra furgoni e aerei. Un prodotto delicatissimo che andrebbe consumato appena fatto, magari divorato nel luogo di produzione tra i profumi dei fermenti lattici e delle stalle ma che finisce per affrontare spostamenti lunghissimi e se non trattato con le giuste attenzioni è esposto a deperibilità improvvisa. Chi è a dieta? Se la bilancia ti consiglia di perdere peso, non sarai costretto a vederla diventare un timido ricordo. Se fatta con latte di mucca, una mozzarella da 100 grammi contiene circa 250 calorie mentre quella di bufala appena 20-25 in più. Per l’apporto di grassi animali può essere consumata due volte a settimana per avere un’alimentazione equilibrata. Contiene fonte di proteine nobili, minerali come calcio, fosforo, zinco, potassio, e tante vitamine: la A, D ed E e quelle del gruppo B. La mozzarella nel mondo! La mozzarella è un prodotto apprezzato su tutti i mercati. In Italia come all’estero. Sembra incredibile ma è possibile comprarla in Francia, Germania, Regno Unito, Paesi Bassi, Stati Uniti e in Paesi dell’Est Europeo come Polonia, Bulgaria, Romania e Grecia. Secondo il Consorzio della Mozzarella di Bufala Dop si registra l’adesione anche di nuovi mercati come Cina, Libano, Singapore, Kuwait, Cile, Perù ed all’Expo di Dubai 2021 il comparto si presenta con numeri record.Saranno stati gli show cooking che hanno invaso il web in questi due anni di chiusura forzata, ma secondo il Monitor dei distretti del Mezzogiorno, elaborato dalla Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, tra i 15 distretti dell’agroalimentare almeno 13 chiudono il primo semestre 2021 con livelli di export superiori al periodo pre-Covid. Inutile dire che svetta la classifica quello della Mozzarella di bufala campana con un +28 % rispetto al periodo pre-pandemia e le richieste dall’estero. Prima fra tutti la Francia mentre triplicano le richieste dalla Cina.
Mozzarella di bufala DOP in vari formati, inclusa la treccia e i bocconcini, accompagnata da foglie di basilico fresco e pomodori, rappresentativa della tradizione campana.

Dove e quando nasce il termine mozzarella? Curiosità e storia

feb 10 2022
In Italia scorrono fiumi di latte di bufala per realizzare ogni anno quintali di Mozzarella, il tipico latticino a pasta filata prodotto tradizionalmente nelle province di Caserta e Salerno, che ha conquistato il mondo con il suo straordinario sapore. Ma non si può parlare della mozzarella senza imbattersi anche nella storia del bufalo e del suo arrivo in Italia e più si cerca negli annali dei testi storici più la vicenda diventa un vero e proprio giallo zoologico, le cui origini si perdono fumosamente in un labirinto di citazioni. Secondo alcuni testi medievali il bufalo compare in Italia già in epoca longobarda, durante le famose invasioni barbariche del VI° secolo. Altri invece ne attribuiscono l’introduzione alla dominazione normanna quando, intorno all’anno Mille, i re riconobbero l’importanza di questo animale portato in Sicilia dagli arabi con l’invasione dei Saraceni e dei Mori nel X secolo. Senza parlare dei ritrovamenti fossili nella campagna romana e nell’isola di Pianosa, nell’arcipelago toscano, che avvolgono ancor più nel mistero la vita di questi splendidi animali. Ma la vera diffusione e stabilizzazione di questa specie avvenne nell’XI secolo, in epoca Sveva, nei terreni paludosi della Campania, nelle pianure costiere del basso versante tirrenico – Piana del Volturno e del Sele, che costituivano un ambiente perfetto per l’allevamento del bufalo. Le popolazioni locali impararono presto a servirsene non solo per la produzione di latte, formaggi e per il consumo della loro carne, ma persino come animale da lavoro e per il trasporto di macchine da guerra per la difesa di Salerno. Giusto un secolo dopo dai documenti dei Monaci del monastero di San Lorenzo in Capua, si apprende la loro usanza di preparare un formaggio il cui nome era mozza o provatura (in caso di affumicatura) che con il pane si offriva per sfamare i pellegrini che raggiungevano in processione il Convento. Tale era la loro utilità che nel XV secolo, i feudatari del regno Pontificio dovevano per legge destinare una parte dei possedimenti al pascolo di questi animali. In questi secoli sia la mozza che la provatura erano normalmente prodotti e venduti con un traffico consistente tra le comunità di Salerno e Napoli, e l’affumicatura aveva appunto lo scopo di consentire una durata più lunga di conservazione del formaggio.A questo stesso periodo si riconduce anche la nascita delle “bufalare” tipici rifugi circolari per l’accoglienza delle bufale attrezzati anche per la lavorazione del latte.Ma è solo nel 1570 che nasce il termine mozzarella, come riportato in un testo di ricette di Bartolomeo Scappi, cuoco della corte papale.Con i Borbone che decisero di investire per primi sulla mozzarella di bufala, creando un enorme allevamento con caseificio per la trasformazione del latte, la mozzarella diventa un prodotto di punta della Campania. Agli allevatori di quel periodo si fa risalire anche il costume di annotare in un registro di stalla gli eventi legati alla storia delle bufale alla loro nascita, a seguito del quale veniva dato loro un nome che spesso omaggiava personaggi della Corte borbonica.Poi arrivarono gli Spagnoli e la caccia alla bufala per vere e proprie battute nella piana del Volturno ed in quella del Sele. Con l’Unità d’Italia anche Aversa fu grande centro di produzione e commercializzazione.Oggi la Piana del Sele e le città di Capaccio – Paestum, Eboli e Battipaglia restano la zona di produzione più pregiata e riconosciuta a livello internazionale. Dove nasce la parola mozzarella? Il nome mozzarella deriva dalla pratica di “mozzare” espressione locale che si riferisce all’operazione manuale di strozzatura della matassa di pasta filata a mano per staccare i singoli bocconcini. Oggi non tutti i caseifici praticano in maniera tradizionale questo procedimento. Sono subentrati macchinari sofisticati che consentono una produzione elevata di mozzarella che per una sola persona sarebbe impossibile sostenere nelle stesse quantità e in tempi ridotti. La mozzarella di bufala campana La Mozzarella di Bufala Campana è l’unica mozzarella in commercio ad aver ottenuto il riconoscimento europeo della DOP. La denominazione di origine “Mozzarella di bufala” è riconosciuta solo al formaggio prodotto nell’area geografica di riferimento del disciplinare di produzione. Per ottenere la DOP le aziende produttrici devono associarsi al Consorzio e produrre il formaggio esclusivamente con latte proveniente da bufale allevate nei comuni segnalati dall’ente certificatore ufficiale. Mozzarella o Treccia? Tutti i formati di questa specialità campana Tra le varie lavorazioni sul mercato della Mozzarella di Bufala, la Treccia è una particolare lavorazione ad intreccio della pasta filata che si presenta all’olfatto con il caratteristico profumo dato dai fermenti lattici e dal sapore delicato. Morbida all’assaggio e dal gusto avvolgente è una delle specialità dei caseifici della zona. Ma è solo uno dei formati caratteristici di questo prodotto che si può trovare in forma di ciliegine, bocconcini semplici o immersi nella panna e nella classica forma tonda. Il mondo della mozzarella di bufala è un viaggio dal quale non si vorrebbe mai tornare.
Ricetta Lagane Caserecce e Fagioli di Controne

Ricetta Lagane Caserecce e Fagioli di Controne

nov 25 2021
Preparazione per 5 persone – Prendete 250gr di Fagioli di Controne e teneteli a mollo per 12 ore – Cambiata l’acqua ai fagioli e cuoceteli per 1 ora – Prendete una padella e mettete a soffriggere aglio, peperoncino e pancetta a tocchetti – Aggiungete i fagioli lessati e lasciate insaporire per qualche minuto – Cuocere le lagane e quando è al dente scolare e saltare nella padella con i fagioli aggiungendo un po’ d’acqua di cottura – Aggiungete il peperoncino in polvere ed impiattate
Quanto è buona la carne di bufala?

Quanto è buona la carne di bufala?

mag 31 2021
Tutto quello che non sapevi su uno dei piatti più antichi della Campania Presenta bassissime quantità di colesterolo e conserva tutta la sua tenerezza anche al taglio. Rosea e succulenta, il suo consumo fino a poco tempo fa non era particolarmente diffuso ma rimaneva confinato nella tradizione gastronomica degli allevatori della Campania e in particolare del Casertano e della Piana del Sele. D’altra parte ancora oggi in Campania sono localizzati circa il 75% dei capi allevati e più del 50% degli allevamenti.  Negli anni ‘40 si usava anticipare la cottura con una marinatura dei pezzi che durava tutta la notte. La cucina locale la utilizzava per gli stracotti, dunque per lo spezzatino e per il ragù, in alternativa alla cottura ai ferri. Oggi alcuni passaggi si sono persi nel racconto della tradizione ma per il suo sapore tipicamente selvatico continua ad incontrare il gusto di un pubblico appassionato.  Per molti anni parlare di bufala ha significato solo mozzarella, latte, creme, yogurt e formaggi. Ora anche la carne è ritenuta un prodotto interessante che comincia ad suscitare interesse ben oltre i confini della regione Campania, per tante motivazioni. Prima di ogni cosa per le sue proprietà nutrizionali: è molto proteica, magra e senza grasso di infiltrazione. Presenta inoltre un’elevata presenza di ferro ed è un’importante fonte di vitamine, tra cui la B6 e B12, nonché minerali come: potassio, zinco, cromo, rame e magnesio.  Un tempo la presenza di questo animale era legata al lavoro nei campi soprattutto nelle zone paludose, contesto ideale per il bufalo che per la sua robustezza era in grado di affrontare i lavori più pesanti per i quali venivano preferiti anche ai manzi. Di conseguenza il bufalo veniva ritenuto un animale a triplice attitudine: produzione di latte, di carne, animale da lavoro. Proprio in virtù del loro habitat questa specie, la “Mediterranea Italiana” riconosciuta in modo ufficiale nel 2000 dal MIPAAF, è rimasta isolata e naturalmente selezionata nei secoli. Nel quadro economico attuale i maschi, rappresentano circa il 50% dei capi bufalini e non utilizzarne la carne significherebbe trascurare una risorsa economica di una certa importanza.  Negli ultimi anni la sua riscoperta è stata legata indirettamente al percorso di valorizzazione della Dieta Mediterranea per le sue qualità organolettiche,  per la digeribilità e per la scarsa presenza di grasso. Basti pensare che una bistecca di 100 g di bufalo contiene mg 35 di colesterolo e apporta 130 Kcal, contro le 280 kcal del bovino che ne contiene mg 80. E non c’è da meravigliarsi della sua ricchezza. Si tratta di  animali allevati allo stato brado, liberi di pascolare, dunque di una carne che deriva da una crescita sana e naturale. Tutti elementi che contribuiscono a rendere la carne di bufala un piatto appetibile oltre che a dare un sapore unico.
Attenzione ai fake! La mozzarella è tra gli alimenti più contraffatti sul mercato.

Attenzione ai fake! La mozzarella è tra gli alimenti più contraffatti sul mercato.

mag 06 2021
La versatilità della mozzarella di bufala campana Dop ha acceso l’estro degli chef, della critica gastronomica ma anche degli spacciatori di fake food. Difficile imitare un prodotto così ricercato e sensibile alle condizioni ambientali figurarsi all’alterazione delle fasi di lavorazione o al tipo di latte. La mozzarella di bufala campana è il terzo formaggio italiano per valore tra le Dop, con un fatturato al consumo da 750 milioni di euro. Il Consorzio della Dop conta 80 soci trasformatori, mentre sono 1300 circa gli allevamenti che hanno richiesto la certificazione di origine protetta. Nel 2020 ne sono state prodotte circa 50.832 tonnellate, di cui il 34% destinato all’export, soprattutto Francia, Germania e Regno Unito per un comparto che conta oltre 11mila addetti, dei quali uno su tre è under 32 e le donne rappresentano il 33% della filiera. Proporzionalmente a un settore in forte crescita, con il Covid19 sono aumentate anche  le mozzarelle fake. Sembra incredibile a dirsi ma la Mozzarella di Bufala Campana Dop con la pandemia, è risultata tra i prodotti alimentari più contraffatti, come emerge dal report annuale elaborato dal settore Vigilanza del Consorzio di Tutela e che prende in esame le azioni intraprese nel 2020. Centinaia i casi rilevati dall’attività di verifica e il web si conferma il terreno privilegiato per le violazioni. Non solo internet e social però. “L’attività di vigilanza sul prodotto da parte degli ispettori del Consorzio in totale ha portato a ben 2361 azioni di tutela, nonostante le difficoltà e il lockdown da pandemia – racconta Domenico Raimondo, Presidente Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana DOP – La grande maggioranza delle violazioni si realizzano in siti e-commerce o marketplace. L’83% delle frodi avviene in tale contesto, dove spesso l’utente incriminato si avvale anche dell’utilizzo di social network, attraverso i quali promuove proprio la sua attività di vendita telematica. Le violazioni perpetrate tramite social rappresentano infatti il 31% del totale. Il fenomeno è mondiale, nei nostri monitoraggi abbiamo trovate mozzarelle australiane, cinesi, ma anche europee che presentano riferimenti ingannevoli al vero prodotto. L’attenzione del ministero delle Politiche agricole è altissima, in particolare dell’istituto centrale qualità e repressione frodi. Inoltre, con gli altri Consorzi di Tutela abbiamo creato una rete comune per il monitoraggio internazionale di questi fenomeni, che creano danni economici da milioni di euro. Il nostro impegno è mettere i consumatori in condizione di scegliere correttamente”.
Fagiolo bianco di Controne, dalla buccia sottilissima, su un piatto rustico con olio extravergine d'oliva, simbolo di un'eccellenza tipica campana disponibile su CasaBufala.it.

La Sagra del Fagiolo di Controne

nov 19 2018
Nel bel mezzo del Parco Nazionale Cilento e Vallo di Diano, Controne è un piccolo paese della Provincia di Salerno, una fascia di terra che costeggia il massiccio degli Alburni. E soprattutto è unico produttore di quello che è diventato uno dei baluardi culinari della nostra Regione. L’ecotipo del “fagiolo bianco di Controne” si fregia del marchio Doc ed ha richiesto quello del marchio IGP. Rientra inoltre tra le produzioni tipiche che Slow Food ha inserito nell’elenco delle specialità italiane da preservare. Quello che rende veramente eccezionale questo prodotto è sia la roccia, che estendendosi sotto i terreni di Controne, rende questi suoli freschi e fertili, donando a questa specie di legume una buccia sottile e una maggiore facilità di cottura. Ma anche l’acqua proveniente dalle tante sorgenti alimentate dalle falde acquifere dei Monti Alburni. Un fagiolo dai semi bianchissimi, di forma tondeggiante, senza macchie e né occhi. Presenta una buccia sottile, quasi impalpabile, che gli conferisce grandissima digeribilità. Si definisce “tardivo” poiché si semina tra la prima e la seconda decade di luglio e lo si raccoglie solo a Novembre, quando l’intera comunità contronese si riunisce per la tradizionale sagra, quest’anno prevista per il 24 e il 25 di novembre. In quest’occasione si avrà la possibilità di assaggiare i piatti della tradizione, il tozzetto, una fresella condita con fagioli lessi e olio extravergine o le più comuni làgane, strisce di pasta larghe e senza uovo. Negli ultimi anni la necessità di chiunque si adoperi alla coltivazione di questo splendido prodotto, di unirsi in un’associazione “Produttori Fagiolo di Controne” con l’obiettivo di preservare questo meraviglioso ingrediente, sempre più unico e ricercato. Sul nostro portale abbiamo selezionato per voi il “Fagiolo di Controne” prodotto dall’Azienda Agricola Ferrante. Se passate da quelle parti vi consigliamo vivamente di visitare questa straordinaria azienda a conduzione familiare, il sig. Ferrante saprà svelarvi tutti i segreti di questa eccellenza culinaria. Emiliano Nivelli
Meno 4 chili in un mese, con la dieta della mozzarella

Meno 4 chili in un mese, con la dieta della mozzarella

gen 10 2017
Dimagrire senza soffrire la fame è il desiderio di tutti. Meglio ancora se per farlo non occorre rinunciare ai propri alimenti preferiti. Se ad esempio non riuscite a fare a meno della mozzarella di bufala, noi di CasaBufala conosciamo la dieta che fa per voi! La dieta della mozzarella è un modello alimentare basato sul consumo del prelibato latticino che, in combinazione con altri prodotti, fa perdere 4 chili in 4 settimane senza alzarsi da tavola ancora affamati. La dieta prevede l’assunzione di circa 1300 calorie al giorno ed è ricca di proteine, sali minerali, sodio, ferro, fosforo, ma soprattutto calcio. Al contrario di quanto si pensi, grazie al suo potere saziante e alla sua alta digeribilità, la mozzarella di bufala è una preziosa alleata per chi vuole perdere peso rapidamente e senza penare. L’arco di tempo ideale per adottare la dieta della mozzarella è di 4 settimane, tuttavia si può decidere di prolungarla per ottenere ulteriori risultati. Ma in che cosa consiste esattamente questa dieta? Scopriamolo subito. La dieta della mozzarella consiglia cinque pasti al giorno, come la Dieta mediterranea La prima colazione prevede: yogurt bianco magro, una fetta di pane integrale/biscotti secchi e 1-2 cucchiaidi marmellata senza zucchero, una tazza di latte parzialmente scremato, fiocchi di cereali e 3 cucchiai di miele. I due spuntini, a metà mattina e a metà pomeriggio, devono essere a base di spremuta di pompelmo o di arancia oppure succo d’ananas senza zucchero. In alternativa, si può optare per 200 grammi di ananas, frutti di bosco, kiwi o pera oppure per un vasetto di yogurt magro. A pranzo la dieta della mozzarella prevede una caprese con 70 grammi di mozzarella di bufala e un pomodoro maturo, condita con un cucchiaino d’olio extravergine d’oliva, sale, pepe ed origano, oppure degli spiedini con 80 grammi di mozzarelle ciliegine e pomodoro a piacere, pane e due fette di melone. Si può anche preparare un’insalatona con ciliegine di mozzarella, tonno al naturale, un uovo sodo, mais, carote, cetrioli, pomodorini e radicchio. Infine per la cena si può scegliere fra: petto di pollo o tacchino ai ferri, filetto di vitello con fagiolini o spinaci lessi, bistecca di manzo oppure bresaola con scaglie di parmigiano. Il condimento può essere a base di succo di limone, spezie, erbe aromatiche e aceto. La dieta della mozzarella è una dieta gustosa, colorata ed equilibrata. Cosa aspettate a provarla?
Caprese di mozzarella di bufala campana di casabufala.it

Mozzarella di bufala: i migliori e i peggiori abbinamenti

dic 29 2016
La mozzarella di bufala ci piace tanto in tutti i modi. Consumata da sola al naturale, cotta sulla pizza o come ingrediente delle pietanze più varie, dagli antipasti ai primi piatti. Tuttavia ci sono alcuni prodotti con cui il nostro amato latticino si sposa particolarmente bene, per gusto e per consistenza, ed altri a cui invece è preferibile evitare di abbinarlo. Andiamo a scoprirli. I migliori abbinamenti – Pomodoro -> L’ortaggio è protagonista di una delle ricette per eccellenza che si preparano con il prelibato latticino: la caprese. L’acidità del pomodoro si combina perfettamente con la delicatezza della mozzarella di bufala, andando a creare un piatto equilibrato e salutare.– Prosciutto crudo -> Prosciutto e mozzarella è l’antipasto per eccellenza della cucina mediterranea, poi arricchito con altri salumi, melone, verduregrigliate etc. La mozzarella di bufala, più povera di sale rispetto alle altre, è l’abbinamento ideale per un ingrediente salato come il prosciutto crudo. –Insalata -> La mozzarella è ottima anche per impreziosire le insalate. Si può abbinare alla lattuga, alla rucola, ai fagiolini… Il suo utilizzo dà un tocco in più ad ogni verdura, conferendo un sapore deciso e ricercato anche alle ricette più semplici.       Ci sono poi abbinamenti che in passato erano considerati “eresia”, e che invece oggi il mondo dell’alta cucina ha sdoganato, come quello tra pesce e formaggi. Ultimamente ad esempio si è scoperto che la mozzarella di bufala ben si sposa con il salmone affumicato, compensando con il suo sapore delicato l’intensità del pesce. O ancora, che il nostro oro bianco si abbina bene con un gusto raffinato come quello dei gamberi a crudo. Gli abbinamenti da evitare Legumi -> Quello dei latticini con i fagioli e i loro cugini è uno degli abbinamenti più “stonati”, sia nel sapore che nella consistenza. Sui legumi al massimo concedetevi una spolverata di parmigiano grattugiato…   Agrumi -> Non sono certo i primi alimenti a cui vi verrà in mente di associare la mozzarella di bufala. Ma nel caso foste sfiorati da questa idea, sappiate che l’acidità delle arance e degli altri agrumi mal si sposa con la natura del latticino che, consumato insieme ad essi, rischia di diventare indigesto. Abbiamo visto gli abbinamenti principali della mozzarella di bufala e quelli da tenere alla larga. Raccontateci ora quali sono i vostri preferiti!
Ricetta melanzane in carrozza

Ricetta melanzane in carrozza

giu 22 2016
Oggi vi proponiamo una ricetta sfiziosa e semplice da preparare, ideale sia per una cena servita che per un buffet: le melanzane in carrozza. Si tratta di una variante della classica mozzarella in carrozza, in cui le fette di pane sono sostituite con fette di melanzane. Un’ottima idea anche per far consumare la verdura ai più piccoli.      Ingredienti per 4 persone: 3 melanzane grandi 300 gr di mozzarella di bufala 150 gr di prosciutto cotto 3 uova farina pangrattato sale e pepe olio extravergine di oliva   PREPARAZIONE Tagliate le melanzane a fette di 1-2 cm e immergetele in acqua e sale per circa un’ora, quindi asciugatele delicatamente con uno strofinaccio. Affettate anche la mozzarella di bufala e lasciatela sgocciolare. Ora prendete una fetta di melanzana, disponetevi sopra una fetta di mozzarella e una di prosciutto cotto, quindi un’altra fetta di melanzana, e fatele aderire bene. Sbattete le uova in una ciotola, e in altre due versate la farina e il pangrattato, quindi passate gli ortaggi prima nella farina poi nelle uova e infine nel pangrattato. Mettete a friggere le melanzane in carrozza, lasciandole nell’olio per 3-4 minuti per lato, finchè non diventano dorate al punto giusto. Quindi riponetele su della carta da cucina per asciugare l’olio e servitele calde calde! Tags: mozzarella di bufala, ricette, melanzane in carrozza
Come conservare la mozzarella: i consigli dell’esperto

Come conservare la mozzarella: i consigli dell’esperto

giu 03 2016
La mozzarella di bufala è un prodotto buono quanto delicato: è quindi fondamentale che sia conservato nella maniera giusta. Sia il formaggio fresco che quello commercializzato vengono venduti assieme al siero di conservazione, che serve a mantenere la mozzarella morbida e ben idratata, all’interno di sacchetti alimentari. Per proteggerla ulteriormente, soprattutto se la esponiamo a lunghi tragitti, possiamo acquistare dei contenitori in polistirolo e chiuderli ermeticamente, inserendo la mozzarella senza estrarla dalla confezione in cui è stata venduta. Vi illustriamo inoltre le principali dritte degli esperti sulla conservazione della mozzarella, per poterla gustare al meglio, in tutte le sue proprietà organolettiche, e per evitare che si rovini. Quando fa freddo, immergete la mozzarella in un recipiente di acqua calda per 15 minuti, oppure appoggiate il contenitore di polistirolo sul termosifone: a temperature alte il prodotto si conserva meglio; Dopo averla tagliata, non rimettetela nel liquido di governo, ma consumatela tutta; Per assaporarne tutta la fragranza, si consiglia di conservare la mozzarella a temperatura ambiente fino a 4-5 giorni; Non esponete mai la mozzarella al sole diretto e non conservatela mai in frigorifero, nè in congelatore, a meno che non vogliate usarla solo per cucinare; Più grande è la sua pezzatura, più il latticino si conserva bene. L’aversana, ad esempio, il giorno dopo è ancora più buona; Se non riuscite a consumarla entro 4 giorni, usatela soltanto per cucinare, avendo cura di farla prima sgocciolare; Le mozzarelle preparate artigianalmente sono più delicate, perchè lavorate con latte crudo e pastorizzate a temperature più basse, mentre quelle non artigianali sono pastorizzate ad alte temperature e tutta la carica batterica viene bruciata. Per questo le prime vanno consumate entro 3-4 giorni. Questi sono i principali accorgimenti per mantenere immutate le proprietà della mozzarella di bufala e vivere appieno la vostra esperienza di gusto… Buon appetito